Correre tra i grattacieli di Manhattan è una delle esperienze più entusiasmanti nell’immaginario di ogni Runner, ma solo in pochi sono consapevoli che realizzare il proprio record nella “Big Apple” può rivelarsi una sfida davvero ardita.
Andiamo con ordine.
Le condizioni meteorologiche generalmente in questa gara, non costituiscono un’insidia per la prestazione, sebbene la variabilità del clima dell’ east coast americana nel mese di novembre, sia davvero estrema. Nel tardo autunno, a New York, potreste ancora permettervi una passeggiata in bermuda tra gli alberi colorati di giallo a Central Park, salvo, poche ore dopo, rimanere sorpresi da una fitta nevicata e sferzanti venti di blizzard.
Le semplice consultazione delle medie climatiche non vi metterà di certo in guardia da questa minaccia, ad ogni modo, tra le 9 e 12 del mattino, in condizioni normali, la temperatura dovrebbe crescere dai 9° C ai 13° C, il cielo presentarsi parzialmente nuvoloso e la ventilazione risultare moderata. E’ proprio il vento l’elemento meteorologico più insidioso. In particolare, nei numerosi passaggi sui ponti (il ponte di Verrazzano si estende per quasi 2km) la sua intensità può crescere ulteriormente e per i podisti che hanno azzardato un abbigliamento troppo leggero, può rappresentare un problema concreto non tanto per la prestazione ma per il benessere del sistema digestivo, sempre molto sollecitato durante la corsa. L’ outfit è un elemento molto importante lungo le rive dell’Hudson, ma se hai seguito i nostri consigli, non avrai alcuna sorpresa.
Il vero ostacolo alla realizzazione di una prestazione d’eccellenza è rappresentato invece dal percorso. La planimetria con i numerosi ponti e la particolare morfologia del territorio, di certo non consentono agli atleti di esprimere al meglio il proprio potenziale. Devi sapere che l’etimologia del termine Manhattan è da ricercare nella lingua degli indiani Lenape, antichi abitanti del luogo, e significa «isola dalle molte colline». La maratona di New York non è dunque una corsa piatta ed il dislivello totale del percorso supera i 250 m.
Come leggere i risultati realizzati in termini di prestazione Assoluta? In altre parole, in termini cronometrici quanto si perde a causa delle difficoltà altimetriche rispetto ad una maratona totalmente piatta?
Abbiamo processato la traccia ufficiale del percorso con il nostro modello e, determinati i Watt supplementari richiesti per superare le varie asperità, trovato risposta.
P. Relativa | P. Assoluta | Delta T. |
02:05:00 | 02:04:24 | +36″ |
02:30:00 | 02:28:57 | +1’03” |
03:00:00 | 02:58:27 | +1’33” |
03:30:00 | 03:27:59 | +2’01” |
04:00:00 | 03:57:35 | +2’25” |
04:30:00 | 04:27:13 | +2’47” |
05:00:00 | 04:56:57 | +3’07” |
Applichiamo la funzione alla prestazione del vincitore e a quella di alcuni tra i migliori atleti italiani giunti al traguardo:
Atleta | P. Relativa | P. Assoluta |
Geoffrey Kamworor | 02:08:13 | 02:07:34 |
Massi Milani | 02:27:30 | 02:26:30 |
Thierry Ini | 02:33:45 | 02:32:38 |
F. Mascherpa | 02:33:56 | 02:32:49 |
Ilaria Novelli | 03:08:27 | 03:06:46 |
Di certo, la carica emotiva e la possibilità di correre in gruppo anche a ritmi elevati costituiscono, per diversi motivi, elementi positivi per ottenere una buona performance, ma l’analisi del percorso non lascia dubbi: la New York Marathon non è la gara ideale per ottenere un grande record.
In questo articolo ti abbiamo fornito solo una parte dell’elaborazione, non considerando l’impatto delle condizioni climatiche. Scarica l’APP per accedere ai contenuti completi, scoprire il valore delle tue prestazioni e trovare la tua gara perfetta!